Come possono essere così completati i chioschi – vaste strutture in cemento armato – nel Parco della Rimembranza?

La sentenza ha assolto, ma ha detto esplicitamente che, così fatti, non sono compatibili con il luogo. Il soprintendente aveva escluso che potessero essere completati in quelle forme e in quei materiali e si riservò di valutare un nuovo progetto. A quattro anni dalla interruzione e a oltre un anno dalla sentenza, riprendono tuttavia i lavori verso il completamento?

La Cronaca di stampa cittadina lo ha riferito e abbiamo potuto direttamente constatare che nei giorni scorsi sono stati riattivati i cantieri dei chioschi in costruzione nel Parco della Rimembranza di Modena, rimasti interrotti per alcuni anni dal disposto sequestro della autorità giudiziaria penale. E’ ben vero che il giudizio di primo grado, promosso con la duplice imputazione di uso illecito/danneggiamento di bene culturale e abuso edilizio/urbanistico, si è concluso con la generale assoluzione e il conseguente dissequestro dei manufatti. La sentenza tuttavia non solo è stata appellata dal Pubblico Ministero (e dunque la questione della liceità dell’intervento – vera e propria lottizzazione di dichiarata “valorizzazione commerciale” del parco monumentale dedicato ai Caduti della grande guerra – non  è ancora cosa decisa), ma la stessa motivazione del giudice (ultime righe) afferma la necessità che le nuove strutture siano realizzate, “attraverso un progetto di minimo impatto ambientale” “con l’utilizzo di materiali in armonia con il contesto verde e storico di riferimento” e dunque in forme di ben diversa consistenza “rispetto a quelle di cui al precedente progetto”. Di questa stessa esigenza si era fatto poi esplicitamente interprete il Soprintendente allora in servizio, che aveva in sede ufficiale dichiarato che ogni nuovo intervento nell’ambito del Parco sarebbe dovuto essere sottoposto preventivamente a una nuova valutazione dell’Ufficio di tutela a norma dell’art. 21 codice beni culturali.

La riattivazione dei cantieri dei chioschi impostati su vaste e invasive strutture in cemento armato (sul modello – si ricorderà – dell’edificio prototipo abusivamente realizzato nello spazio pubblico tutelato compreso tra i Giardini ducali e il Cinema Principe, privo di autorizzazione della Soprintendenza) allarma l’associazione Italia Nostra e il Comitato per la difesa del Parco della Rimembranza (interpreti di una vasta opinione cittadina) che hanno richiamato l’attenzione dell’Ufficio di tutela perché sia contrastato l’automatismo della ripresa dei lavori, interrotti da oltre quattro anni, e sia riaffermata l’esigenza di una nuova progettazione di strutture di servizio e intrattenimento doverosamente adeguate (non già ad una generica area di verde pubblico urbano, ma) allo speciale carattere di un luogo intenzionalmente progettato e dedicato alla “rimembranza” dei Modenesi caduti nel primo conflitto mondiale.

 

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