Palazzo Solmi vuole lo stesso colore su ogni suo prospetto. Mentre il balcone marmoreo disegnato da Giulio Romano per il cortile principale non tollera la competizione di un contiguo ascensore.

Palazzo Solmi, ma già Rangoni, l’unico che a Modena costituisca un compiuto isolato, se non si consideri il Palazzo Ducale. E per importanza storica è secondo solo al Palazzo Ducale. La più recente – novecentesca – vicenda dell’edificio registra la non felice e anche minuta frammentazione della proprietà, ma l’assetto dato nel Settecento ai prospetti è rimasto uniforme su tutti i lati e dunque, insensibile alla differenziata appartenenza, esige la continuità della stessa tonalità del colore. Come invece non è avvenuto nel recente intervento su una minore porzione del prospetto est dove il nuovo rosso acceso contrasta con il generale tono spento che caratterizza da decenni quell’isolato nel contesto urbano (e ne diamo documentazione fotografica con gli scatti qui allegati).

Mentre sono in corso i lavori nella porzione maggiore dell’edificio di appartenenza pubblica, trasferita dallo Stato al Comune in attuazione delle misure di così detto federalismo demaniale. Sono diretti a convertire nella casa della modenesità il cinquecentesco edificio che fu dimora dei marchesi Rangoni, il più importante palazzo in città prima di Modena capitale, sede del cenacolo sensibile alla Riforma d’oltralpe, animato da Lucrezia Pico Rangoni. E il balcone marmoreo sul principale cortile, fatto costruire nel 1540 da Lucrezia su riconoscibile disegno di Giulio Romano, fu ammirato dal Burckhardt nel suo Il Cicerone, guida al godimento delle opere d’arte in Italia (1855).

Era stato negato a Italia Nostra di conoscere il progetto di adeguamento alla nuova immaginata funzione, per la ragione – supponiamo – che l’associazione ne aveva motivato la incompatibilità con il carattere storico dell’edificio. E dunque, lo diciamo subito, è solo un sospetto: che si stia preparando in contiguità con il balcone la installazione di un ascensore, necessario certamente, quando un non recente progetto aveva dimostrato che il nuovo collegamento ben può essere realizzato all’interno del fabbricato senza rompere alcuna essenziale struttura. E’ fermo convincimento di Italia Nostra che il balcone marmoreo di Giulio Romano non regga alla diretta competizione dell’ascensore in vetracciaio che irrimediabilmente preclude il godimento dell’opera d’arte segnalata dalla guida del Burckhardt.

Modena, 23 marzo 2024.

Italia Nostra, sezione di Modena

prospetto est

 

prospetto sud-ovest
prospetto nord
prospetto sud-ovest