I Comitati di cittadini e Italia Nostra hanno presentato oggi Osservazioni al piano particolareggiato “Area Nuova Estense – Vaciglio”

Il Comitato “Per un quartiere Morane sostenibile”, il Comitato “Mobastacemento” e la Sezione di Modena di Italia Nostra hanno presentato oggi formali Osservazioni alla variante al piano particolareggiato di iniziativa privata “Area Nuova Estense – Vaciglio”, chiedendo che questo progetto sia fermato e alla domanda abitativa non sia risposto con il consumo di nuovo suolo, ma con la qualificazione e il recupero di quanto già esiste ed è in cattive condizioni.

Secondo i Comitati e Italia Nostra la prevista realizzazione di oltre 500 nuove abitazioni non risponde ad alcuna necessità, in una città che secondo dati recenti disporrebbe di 17.000 abitazioni sfitte, pari al 18% circa del totale, e provoca una grave perdita di aree verdi, indispensabili per contrastare le temperature estive, l’inquinamento atmosferico, il dissesto idrogeologico. Il nuovo insediamento previsto contraddice quindi i principi di risparmio di suolo e qualificazione dell’esistente.

Nel merito del piano particolareggiato le Osservazioni rinunciano a valutarne le previsioni, perché il piano stesso le considera, contro la sua propria funzione, meramente indicative, non vincolanti neppure in aspetti essenziali, quali le altezze, i volumi e le caratteristiche degli edifici, che potrebbero essere liberamente ed arbitrariamente cambiati dal costruttore. Una casa a torre potrebbe prendere il posto di una casa a schiera o di una palazzina, secondo le convenienze private immediate. Secondo le Osservazione non è ammissibile che un assetto urbanistico deciso dagli organi istituzionali con un procedimento aperto all’intervento dei cittadini e delle associazioni possa essere oggetto da parte dei costruttori di modificazioni sostanziali, tanto arbitrarie quanto incontrollate, escludendo ogni forma di intervento e partecipazione della cittadinanza.

In relazione alle modalità attuative le Osservazioni considerano non legittima la prevista restituzione agli attuali proprietari di quella metà del piano particolareggiato che sarebbero tenuti a cedere gratuitamente al Comune. Anche se in forma di concessione del diritto di superficie, sarebbe comunque soggetta alle norme sulle alienazioni di patrimonio pubblico, che impongono gare di evidenza pubblica.

Sotto il profilo della sicurezza le Osservazioni considerano poco responsabile disporre l’ulteriore insediamento di 550 abitazioni a soli 1.500 metri dalla SCAM, classificata fra gli Stabilimenti a rischio di incidente rilevante di soglia superiore. In caso di incidente il Piano di emergenza esterno predisposto dalla Prefettura di Modena, prevede il rilascio di sostanze pericolose, e individua un’area di danno entro la (peraltro stranamente così misurata) distanza di 919 metri intorno allo stabilimento.

Da ultimo le Osservazioni richiamano i motivi di illegittimità sollevati nell’impugnazione del piano particolareggiato vigente da parte del comitato di cittadini, ritenendoli identicamente validi per la variante pubblicata. In particolare ricorda che Modena è priva del POC (piano operativo comunale), essenziale strumento urbanistico di durata quinquennale, lasciato scadere nel 2008 e mai nel suo complesso. Il piano particolareggiato che dà attuazione a un POC inesistente non può quindi avere validità alcuna.

Ma ancor più importante secondo le Osservazioni è il contrasto con il PSC (piano strutturale comunale), in cui l’originaria destinazione di questa zona ad attrezzature generali non è mai stata cambiata, e permane tuttora. La localizzazione di residenza sarebbe quindi in totale contrasto con il fondamentale strumento urbanistico che regola l’assetto e la trasformazione del territorio comunale.