CONTRO LA STORIA DELLA CITTA’, CONTRO LA VOLONTA’ DI INSEGNANTI E ALLIEVI, IL COMUNE METTE IN VENDITA, OPPORTUNAMENTE VALORIZZATO, L’ANTICO EDIFICIO SEDE DEL LICEO SIGONIO.

Si è appreso di recente (dalla ferma civile protesta del corpo insegnante del Liceo Carlo Sigonio) che con improvvisa decisione di primavera il Comune di Modena, contraddicendo ogni precedente impegno, ha deciso di mettere in vendita l’edificio di via Saragozza, la sede storica della più antica istituzione scolastica della città. L’addotta giustificazione è la eccessiva onerosità della prevista fase conclusiva del restauro: si ritiene più economicamente conveniente la costruzione di una nuova sede e alla spesa relativa si intende far fronte con la vendita dell’antico edificio opportunamente valorizzato, attraverso una necessaria variante al piano regolatore, perché sia appetibile nel mercato. Un’operazione immobiliare che, se condotta da un privato, diremmo speculativa.

L’Amministrazione comunale non è nuova alla vendita degli edifici scolastici. La rete delle scuole elementari volute nelle frazioni tra fine ottocento e inizi del novecento, che costituiva l’innervatura civile del territorio agricolo (un impegnativo avanzato progetto di alfabetizzazione della campagna), è stata cancellata. Più di recente è stato privatizzato l’edificio delle scuole elementari Sant’Agnese, essenziale opera di “moderna” urbanizzazione nella prima espansione della città fuori le mura ad est.

Oggi è la volta del cinquecentesco edificio che testimonia la sorprendente continuità di tradizione delle istituzioni educative dapprima religiose, avendo poi il Comune insediato nella struttura exconventuale il primo istituto di  istruzione femminile civile, quindi pareggiato e divenuto statale per seguire lo sviluppo da scuola normale femminile a istituto magistrale della riforma Gentile e infine liceo socio-psico-pedagogico Carlo Sigonio.

Ancora una volta si fanno prevalere le preoccupazioni economiche di breve periodo (nell’Ospedale Estense si vogliono trasferire, per realizzare un immediato risparmio, gli uffici amministrativi comunali, così compromessa la fisiologica espansione dei musei in quella porzione dell’edificio), abbandonati i più impegnativi progetti di qualità fondati sul rispetto della vicenda istituzionale di formazione del patrimonio che appartiene alla comunità ed è parte viva dell’organismo urbano. Il centro storico di Modena senza la scuola di Via Saragozza, con la vivacità della sua frequentazione e con il circostante indotto minuto, scorporata dall’unitario contesto in cui è integrata con gli attigui istituti San Geminiano e San Paolo a destinazione universitaria ed educativa, avrà subito un impoverimento irrisarcibile

 

Modena, 30 ottobre 2006.

 

IL DIRETTIVO DELLA SEZIONE MODENESE DI ITALIA NOSTRA.