Si ricostruisce la Torre civica a Novi. Ma non quella che il sisma del 2012 fece cadere (era stata eretta nel 1928 su progetto dell’architetto del Teatro Sociale). Neppure quella preesistente settecentesca, ben documentata. E’ stata invece, informa il Sindaco, la storia del territorio a dare la linea, come aveva indicato la Soprintendenza, rifiutato l’approccio del dove era e come era.

Leggiamo nelle notizie di cronaca che prende in concreto avvio la ricostruzione a Novi
della civica Torre  dell’Orologio nei modi rappresentati dal    rendering      diffuso dalla
Amministrazione      comunale. E dal sito del Comune      apprendiamo che nel 2019 la
Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale dell’Emilia Romagna ha dichiarato
l’interesse culturale di quanto resta della Torre, crollata nel 2012 nella parte che emergeva dal culmine dell’edificio di proprietà privata nel quale è incorporata. E che di recente la Soprintendenza ha autorizzato il Comune a erigere la nuova torre sul tronco superstite, secondo il progetto, dobbiamo ritenere, fedele alla indicazione che lo stesso ufficio della tutela aveva dato – sono le dichiarazioni del Sindaco – di “una torre semplice, misurata, composta, sobria e elegante in linea con la storia del territorio”, rifiutato espressamente l’approccio del dove era e come era. La stessa cronaca informa che non tutti i cittadini hanno riconosciuto nella semplice torre del rendering la espressione della storia del territorio, vivo in loro il ricordo della torre merlata che il terremoto aveva fatto cadere; quella, dicono, l’autentico documento della storia di Novi e ancora ben presente nel paese la sensazione della privazione che attende la dovuta riparazione con il recupero fedele della immagine divenuta – quasi centenaria la vita della torre – il simbolo identitario della comunità. Si tratta di una rivendicazione espressamente riconosciuta dalla speciale norma del codice dei beni culturali che esige il recupero del bene culturale nella sua effettiva identità storica, dunque l’unica possibile e doverosa ricostruzione del bene atterrato dal sisma è la sua restituzione così come era un attimo prima dell’evento distruttivo. Esclusivamente in funzione del recupero la Soprintendenza è competente; e se non vuole il recupero la Soprintendenza ha esaurito il suo compito e si nega alla considerazione di ogni altra diversa soluzione. Sola alternativa al fedele recupero/ripristino, la rinuncia a ricostruire.

Italia Nostra si riconosce nel dissenso dei cittadini di Novi di Modena.

Modena, 19 marzo 2022.