Nessuna diversa funzione dentro il prezioso giardino romantico di Villa Sorra!

Si vuole infilare un ristorante con le sue cucine nella serra/limonaia, così sottratta alla storica e attuale funzione di servizio al giardino. Ma più grave ancora: entra nel giardino una funzione estranea (la ristorazione,  per valorizzare – si intende – le risorse agroalimentari del territorio) che ne altera l’identità e contrasta con la sola ammissibile  fruizione/contemplazione dello straordinario luogo. Oggi vi si entra per misurate visite guidate. Per saperi e sapori ci sono altri spazi, nello stesso complesso, che non siano il giardino e la villa.

Per la serra, parte integrante dello storico giardino,  non può porsi un problema di nuova e diversa funzione (di  rifunzionalizzazione parla la Soprintendenza), perché la serra non ha esaurito la sua propria funzione, è ancor oggi al servizio del giardino per il ricovero invernale delle piante in vaso, appunto come limonaia. Qualsiasi diverso uso è in linea di principio inammissibile, perché contrasta innanzitutto con la tutela del giardino cui è sottratto un essenziale servizio e contrasta pure con la tutela della serra, in sé, che non si esaurisce nella mera conservazione della fisica struttura dell’edificio, ma esige il rispetto della storica e persistente funzione.  L’introduzione di una presenza del tutto estranea che interferisce con la fruizione del prezioso giardino (oggi regolata con le misurate visite guidate) è  una grave alterazione della stessa identità  dello specialissimo bene, degradato ad attrattivo contorno ambientale del celebrato ristorante di saperi e sapori. Per il quale il complesso del parco offre diversi e appropriati spazi.

La annunciata disponibilità di adeguate risorse finanziarie consente un restauro finalmente risolutivo della settecentesca dimora che versa da anni in condizioni di sofferenza. Non conosciamo il progetto (senza risposta la nostra richiesta di consultarlo), ma sappiamo che non si intende ricostruire la torretta/lanterna della villa, negli anni Ottanta del Novecento danneggiata da un fulmine e inspiegabilmente allora demolita in luogo di procedere a un agevole restauro. Si tratta di un essenziale elemento nella composizione dell’edificio, il suo necessario coronamento, di cui tutto ancora si conosce e dunque si impone la fedele ricostruzione, secondo il principio del recupero  che è modo tipico e lo stesso fine del restauro (art. 29, comma 4, del codice beni culturali), come restituzione di (documentati) elementi costitutivi del bene andati perduti. Non si tratta di completamento in stile del monumento non finito, per creare un corpo mai esistito, che come falso storico è correttamente rifiutato. Un argomento che non può quindi essere opposto al recupero della lanterna caduta, il risarcimento dovuto alla villa settecentesca che oggi appare come decapitata, privata del coronamento cui tende l’intera sua struttura. Una privazione che specialmente si avverte all’interno dove il vasto vano centrale a tutta altezza è concepito in tensione verso il culmine della trasparente lanterna da cui prende luce. E la forzata sigillatura di quella apertura mortifica lo slancio della nobile architettura barocca.

Infine, ci domandiamo, considerare Villa Sorra come il generico contenitore disponibile a ricevere le funzioni misurate sui possibili finanziamenti significa rispettarne le straordinarie caratteristiche? La settecentesca dimora gentilizia di campagna, espressione al più elevato livello di qualità dei modi di costruire e vivere in villa nell’area culturale tra Modena e Bologna (integri lo scalone, la cappella e anche i pavimenti originari, un compendio  ricco di dipinti murali), riteniamo che  non possa essere piegata a passivo strumento di funzioni estranee alla sua identità storica, con le inevitabili forzature anche strutturali. Perché quindi non ritornare al meditato proposito di farne il monumento rappresentativo di un’epoca?

Italia Nostra chiede che si rinunci al progetto ora in discussione e  invita le quattro pubbliche Amministrazioni proprietarie a formulare una proposta di rigoroso restauro che valga a restituire la Villa con il suo meraviglioso giardino alla dignità di monumento di se stessa, appropriata sede di  un museo in formazione di arredi di interni di epoca barocca (ritornate le tempere distaccate, ora in deposito nei Musei civici di Modena). Una istituzione di riconoscibile interesse nazionale. Quando per il programma di valorizzazione saperi e sapori il medesimo complesso offre diversi e ampi spazi di  piena, adeguata realizzazione.

Modena, 3 novembre 2021.

Italia Nostra, sezione di Modena.

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Foto copertina: web Tourer.it