Italia Nostra firma la petizione del Comitato Salvaguardia Modena

Una preziosa area verde superstite nel territorio urbanizzato, come zona F riservata alle attrezzature generali al servizio di tutti i cittadini. La destinazione di piano regolatore generale è stata necessariamente confermata quando (2003) il consiglio comunale adeguò il piano alla legge urbanistica regionale, osservando espressamente la prescrizione di non introdurre alcuna rilevante variante, preclusa dal procedimento semplificato che si volle allora seguire. Sull’esplicito testo di quella deliberazione non può certo prevalere la conversione alla residenza introdotta clandestinamente in uno degli innumerevoli allegati.

Il testo della petizione del Comitato Salvaguardia Modena:

 Al Sig. Sindaco della Città di Modena Gian Carlo Muzzarelli

e per conoscenza

Anna Maria Vandelli – Assessore all’Urbanistica, Edilizia, Politiche abitative, Aree produttive.
Giuliana Urbelli – Assessore al Welfare e coesione sociale, Sanità, Integrazione e cittadinanza.
Giulio Guerzoni – Assessore all’Ambiente
Gabriele Giacobazzi – Assessore Lavori pubblici e patrimonio, Mobilità, reti e infrastrutture.

L’Amministrazione comunale di Modena ha approvato in questi giorni la delibera che permetterà la variante  al progetto per la costruzione di un nuovo comparto residenziale nel quartiere Vaciglio-Morane.

La realizzazione di 500 nuove abitazioni non risponde, a nostro parere,  a nessuna necessità della città, ricchissima di immobili sfitti o fatiscenti da recuperare (i dati di gennaio 2017 parlano di 17.000 case sfitte a Modena, pari al 18% circa del totale delle abitazioni presenti in città), mentre provoca una grave perdita di aree verdi, indispensabili per contrastare le invivibili temperature estive, l’inquinamento atmosferico, il dissesto idrogeologico.

A tal proposito giova ricordare esiste un disegno di Legge del Governo in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, il quale pone l’attenzione sull’esigenza di un cambiamento del ciclo edilizio che sposti l’attenzione sulla rigenerazione dei tessuti urbani, sulla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente.

In questa situazione, alla crescente domanda di abitazioni che prevedano un affitto popolare ed accessibile , la risposta della nostra amministrazione non dovrebbe essere quella di costruire nuove abitazioni su terreni verdi, ma l’attuazione di strategie edilizie che consentano la fruibilità di spazi ad oggi non utilizzati da parte di cittadini bisognosi, attraverso, ad esempio, politiche di sostegno del reddito.

Chiediamo pertanto di fermare questo progetto e di intraprendere piuttosto percorsi alternativi che non prevedano consumo di suolo ma il recupero di quanto già costruito e/o l’utilizzo dei moltissimi edifici vuoti (Zona Maserati, Ex Manifattura Tabacchi, Villaggio Artigiano, Zona Ex Mercato bestiame etc.).