Non si addice la location alle piazze di Modena

Il codice dei beni culturali e del paesaggio (2004 – 2008) riconosce nelle piazze delle nostre città storiche il carattere di bene culturale, perciò parti integranti del  patrimonio storico e artistico della Nazione che la Repubblica tutela per precetto dell’articolo 9 della Costituzione. Sono spazi pubblici essenziali per la vita della città (non può darsi città senza piazze), perciò intensamente usate nei modi che la vicenda storica indica per ogni piazza con carattere e funzione suoi propri. Gli assetti di oggi che la storia ci ha consegnato esigono rispetto e perciò si oppongono anche a permanenti trasformazioni con l’artificio – antistorico – di mettere in vista preesistenze archeologiche assimilate – e sepolte – nella millenaria vicenda urbana.  E’ il caso appunto di Piazza Sordello a Mantova, censurato da Settis. E fu giusto a Modena ricoprire lo scavo che aveva rivelato nel sottosuolo della nostra Piazza Roma la sopita presenza delle mura di Mutina e ripristinare la integrità della superficie.

Crediamo utile riproporre qui la lucida riflessione critica di Salvatore Settis (Il Fatto Quotidiano dello scorso 12 luglio) sugli usi impropri delle piazze storiche come spazi di indifferenziata location. Sono riflessioni, ci pare, che valgono pure per le piazze modenesi (in particolare per Piazza Grande, cuore del sito unesco, e per Piazza Roma, l’avancorte del Palazzo Ducale) non preservate da location deturpante, come abbiamo dovuto constatare ed è documentato negli scatti fotografici ripresi dalla stampa locale.

( http://www.libertaegiustizia.it/2017/07/16/la-piazza-che-diventa-location-e-morta/ )

fonte foto: rassegna stampa locale (Gazzetta di Modena, Resto del Carlino …)