Un chiarimento utile non solo per chi non è del mestiere.

Italia Nostra, come ogni altro soggetto privato, non ha alcun potere sull’esercizio dell’azione penale  per fatti – reato per i quali si procede d’ufficio, non a querela di parte. Per i “chioschi” il Pubblico Ministero ha proceduto d’ufficio sul fondamento delle indagini e degli accertamenti compiuti, su sua delega, dalla polizia giudiziaria, il Corpo Forestale dello Stato. Si trattava per altro (l’attivazione di numerosi cantieri edilizi nel monumentale Parco della Rimembranza) di un fatto pubblico, vistoso, sotto gli occhi di tutti, che aveva suscitato vaste reazioni critiche nella opinione della città, come aveva diffusamente registrato la stampa. Alla “denuncia da parte di privati” il codice assegna il compito di dare notizia di fatti che spetterà al Pubblico Ministero valutare per la loro rilevanza penale. Italia Nostra aveva presentato denuncia non certo con intenti punitivi, ma nel solo proposito di contrastare in extremis quello che continua a credere lo scempio del Parco della Rimembranza: abuso urbanistico-edilizio, uso illecito di bene culturale, sono speciali contravvenzioni. Mai neppure adombrato l’abuso di ufficio. Offende l’autonomia del Pubblico Ministero svalutarne il ruolo, riportare l’avvio dell’azione penale alla denuncia di Italia Nostra, come se il Giudice avesse dovuto decidere sul fondamento della denuncia e non – esclusivamente – dell’azione penale.

L’associazione, convinta come è ancora che questi chioschi siano la distruzione del Parco (e perciò la loro costruzione non debba essere portata a termine), si è costituita parte civile nel processo, affiancando la pubblica accusa. La sentenza di assoluzione (che non è la sconfitta politica di Italia Nostra, come ragiona da politico puro Pighi, ma preoccupa perché rimuove i sequestri) non è nel merito definitiva, non ha chiuso la questione, è impugnabile e il Pubblico Ministero ha annunciato che proporrà appello. E certamente Italia Nostra manterrà la costituzione di parte civile.

Modena, 3 luglio 2017

 

(fonte foto: Resto del Carlino Modena)