Lettera agli assessori: Duomo di Modena – una piazza senza il traffico di mezzi pesanti (filobus).

“Italia Nostra per la tutela della facciata del Duomo, messa a rischio dal passaggio del pesante filobus (i cavi aerei di alimentazione elettrica disturbano per altro la
percezione visiva del monumento). Gli assessori, cui l’associazione si è rivolta, non hanno voluto neppur dare un cenno di risposta alla lettera che qui ora ripubblichiamo”.

Modena, 12 luglio 2015

Prof. Ingrid Caporioni

Ing.  Gabriele Giacobazzi

Assessori del Comune di Modena

La interruzione del trasporto anche pubblico attuata per consentire i lavori di ripavimentazione di Corso Duomo ha consentito di apprezzare lo straordinario effetto di integrale liberazione dal traffico veicolare dello spazio che costituisce la fisica continuazione del sagrato della Cattedrale: luogo non più di transito ma restituito alla funzione di esclusiva pertinenza del Tempio, insomma la piazza raccolta ad esso dedicata, indispensabile per assicurare il corretto approccio alla facciata di Lanfranco e Wiligelmo.

Salutiamo con soddisfazione l’annunciata decisione di interdire definitivamente il  traffico veicolare privato nel Corso Duomo. Ma ci sembra misura insufficiente. Il confermato passaggio frequente del mezzo pubblico, con il suo vasto ingombro anche visivo, conferma infatti la funzione urbana di luogo di transito, cui è indebitamente subordinata, e così mortificata, la presenza monumentale.

Non sono per altro necessarie speciali competenze tecniche per rilevare che il ravvicinato passaggio dei pesanti vagoni del filobus trasmette pericolose vibrazioni alle strutture di fondazione dell’edificio e francamente crediamo che la esigenza conservativa della integrità fisica della Cattedrale debba immediatamente prevalere su ogni altra.

La interruzione del passaggio del filobus non ha comportato la rimozione dei cavi aerei di alimentazione dell’energia elettrica motrice che (possiamo ancor oggi constatare) interferiscono nel quadro visivo del principale prospetto  della Cattedrale e anzi segnano una linea che lo attraversa e letteralmente lo taglia, come perfino appare nelle riprese fotografiche per così dire ufficiali. Uno sfregio che non ha l’uguale negli spazi esterni di alcuna altra Cattedrale non soltanto della nostra regione. Senza dire che i cavi aerei della linea del filobus, in corrispondenza dell’innesto – alla fine di Corso Duomo – nella Via Emilia, si intrecciano in una fitta rete, retta dai molteplici ancoraggi infissi sulla facciata della seicentesca Chiesa del Voto, così lesa nella sua stessa integrità fisica e in parte coperta alla vista.

Crediamo in linea generale che la esigenza di trasporto pubblico nell’attraversamento del centro storico sia stata a Modena soddisfatta in modi del tutto impropri con le invasive linee dei pesanti e ingombranti filobus anche a doppio vagone. Quando nelle vicine Reggio Emilia e Parma è stata adottata una diversa e del tutto funzionale soluzione modale con leggere navette a trazione elettrica. Ma questa non è la sede per porre quel generale problema.

Pensiamo invece che, in coerenza con l’impegnativo intervento di ripavimentazione di Corso Duomo e sullo stimolo dei constatati effetti di straordinaria riqualificazione urbana prodotti dalla interruzione del traffico necessitata dal cantiere stradale, si imponga una definitiva variante di tracciato con la soppressione del percorso filoviario Corso Canalchiaro – Corso Duomo e l’ingresso da Porta Sant’Agostino in  luogo di quello da Porta San Francesco. E’ una soluzione che è stata sperimentata in questi mesi e si è dimostrata in concreto senza apprezzabili incidenze negative sulla funzionalità del servizio e anzi accettata dai consueti utenti di quella linea, sicché può dirsi che già sia stata acquisita nelle abitudini dei cittadini.

Italia Nostra si rivolge in conclusione alla sensibilità degli Assessori cui più direttamente spetta la responsabilità di gestione dei temi della “mobilità” e delle condizioni di ambiente e vita nel centro storico perché si facciano essi promotori della soluzione che a giudizio della associazione è imposta dalla esigenza di tutela e fruizione del patrimonio monumentale della città rappresentato nella sua più alta espressione dalla Cattedrale. Una misura che riteniamo doverosa anche per corrispondere all’impegno che la comunità modenese ha assunto, con il riconoscimento di sito Unesco, nei confronti della stessa comunità internazionale.

Grati della cortese attenzione, porgiamo un rispettoso saluto.

Italia Nostra, sezione di Modena.

Il presidente Giovanni Losavio

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