Stazione Sperimentale Agraria: una ferita ancora dolente

 

La stampa locale ha nei giorni scorsi ricordato la soppressa Stazione Sperimentale Agraria della nostra città.

Per l’irresponsabilità del ministero (che neppure seppe profittare della disponibilità dimostrata dall’Università di Modena) e nella sostanziale indifferenza dell’Amministrazione comunale (che se la cavò, a cose fatte,  con il voto su un ordine del giorno proposto da un consigliere comunale) si è estinto il primo (decreto Minghetti del 1870) e il più glorioso istituto di sperimentazione agraria del nostro paese. A nulla valse l’iniziativa di Italia Nostra per la salvaguardia – quantomeno – della storica biblioteca specialistica e del prezioso archivio pedologico. Pubblichiamo qui di seguito l’appello dalla associazione rivolto al Ministro De Castro invitato alla inaugurazione dell’anno accademico 2006–2007 della Università di Modena e Reggio Emilia.

 

 ITALIA NOSTRA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO STORICO ARTISTICO E NATURALE DELLA NAZIONE

SEZIONE DI MODENA

Modena, 18 dicembre 2006

Professor Paolo De Castro, Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali.

Onorevole Ministro,

Ella sicuramente conosce la determinazione del Suo predecessore per la soppressione dell’Istituto sperimentale agronomico di Modena, prima Stazione agraria istituita dal Ministro Minghetti nel 1870, che vanta una tradizione di alta qualificazione tecnico-scientifica nella ricerca sperimentale in agricoltura.

L’Istituto possiede una biblioteca specialistica (oltre diecimila volumi ed annate complete di importanti riviste straniere, altrove non reperibili) che non ha l’uguale in alcuna altra raccolta libraria anche statale e perciò presenta uno straordinario interesse per la storia della agricoltura nel nostro paese dalla unità ai primi decenni dell’ultimo dopoguerra.

Non vogliamo qui entrare nel merito di una assai discutibile vicenda istituzionale che sembra definitivamente avviata verso la chiusura di una delle sedi di ricerca scientifica e sperimentazione in agricoltura più qualificate in Italia. Preoccupa in particolare la sorte della biblioteca formata nei decenni come essenziale strumento di ricerca e documentazione, oggi sistemata in ambienti ed arredi concepiti ad hoc (l’edificio sede dell’istituto fu realizzato ex novo nel 1931) e accessibile agli studiosi, sembrando che il trasferimento in qualunque altro luogo inevitabilmente comporti una alterazione nel carattere della raccolta e una apprezzabile menomazione del suo interesse.

La prospettata nuova utilizzazione dell’edificio come sede del Servizio repressione frodi non solo varrebbe a concludere definitivamente la ultracentenaria vicenda di ricerca sperimentale in agricoltura, ma comporterebbe necessariamente la rimozione della biblioteca verso una assai problematica ricollocazione, in ogni caso non più funzionalmente connessa ad una specializzata struttura di ricerca.

Se dunque la decisione di soppressione della sede modenese dell’Istituto sperimentale agronomico deve intendersi come irretrattabile, l’unica soluzione alternativa che varrebbe, pur se in altra forma istituzionale, a dare continuità, in quella stessa sede, ad una tradizione di alta qualificazione tecnico-scientifica è per certo quella proposta dalla Università di Modena e Reggio Emilia.

Cogliendo l’occasione della Sua partecipazione alla solenne inaugurazione dell’ 831° anno accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Italia Nostra intende esprimere a Lei l’esigenza che non sia definitivamente cancellata la sede modenese di ricerca sperimentale in agricoltura, esigenza che a giudizio dell’associazione sarebbe adeguatamente soddisfatta (attraverso un’opportuna convenzione) con la destinazione dell’edificio e della preziosa biblioteca  ad un istituto scientifico della Facoltà di Agraria di questa Università.

Italia Nostra, sezione di Modena.