“Perché vogliamo ricordare i tuoi anni alla soprintendenza di Bologna. Non era mai prima successo alla nostra associazione né poi dopo è successo di incontrare un soprintendente che, innanzitutto, sa intendere l’imperativo della tutela con il rigore imposto dell’art.9 della costituzione (presidio della integrità di patrimonio e paesaggio rispetto ad ogni contrario interesse anche pubblico), e un soprintendente che rifiuta il diffuso atteggiamento burocratico di geloso esercizio della funzione e chiusura verso ogni istanza di responsabile partecipazione. Anzi Italia Nostra fu da te chiamata a partecipare e sono stati possiamo dire anni (trascorsi troppo in fretta) in cui qui in Emilia l’associazione ha pienamente adempiuto al compito statutario di partecipazione all’esercizio della tutela. Tutela necessariamente rigorosa, come vuole l’art.9, quindi il soprintendente che non media perché mediazione è inammissibile limite all’esercizio della tutela, la tutela o è piena o non è; e soprintendente che sa far valere la propria autonomia, con tutti i rischi personali di carriera, anche nei confronti del superiore ministero, molto sensibile lo si sa bene alle rivendicazioni della politica. Come infine è avvenuto quando hai esercitato una facoltà data allora al soprintendente regionale dal testo unico e confermata dal vigente codice beni culturali e paesaggio di promuovere la tutela paesaggistica anche in modi non concordati con la regione. Siamo nel 2004 e tu fai pubblicare nell’albo pretorio del Comune di Spilamberto la proposta di tutela delle Basse, una vasta zona già golenale (incombe la minaccia di cave) sulla riva sinistra del Panaro in continuità con le Basse di Vignola che hanno le stesse caratteristiche e da anni sono riconosciute e protette per la rilevanza paesaggistica. Il sindaco chiama la Regione, il presidente Errani chiama il Ministro, perché proveda nei confronti del soprintendente che non collabora, il direttore generale non solo intima al soprintendente di desistere, ma dice al sindaco (che obbedisce) di rimuovere dall’albo pretorio la proposta del soprintendente, il ministro infine rimuove da Bologna il non collaborativo Garzillo e lo assegna al ministero per compiti, possiamo dire?, innocui.”
fonte immagine: web Gazzetta di Modena