Discutiamo il progetto “Villa Sorra – Saperi e Sapori”: un riuso compatibile, fondato sull’originale carattere storico dell’edificio settecentesco?

Si è correttamente escluso che la serra neogotica del giardino romantico ponesse un problema di riuso, perché dello storico giardino è una componente essenziale e risponde alla sua propria e attuale funzione di ricovero invernale delle piante di limone e in generale di servizio alle esigenze manutentive dello specialissimo verde. Rimane integra la serra/limonaia, perché lo esige la tutela del giardino. La villa, invece, è vero, ha esaurito la funzione che l’ha in quelle forme storicamente fondata come residenza estiva di famiglia nobiliare e sede di amministrazione di una vasta tenuta agricola, certamente in territorio modenese il documento di più alta qualità formale della architettura settecentesca dell’abitare in villa, entro il complesso sistema di integrazione nel paesaggio agricolo attraverso il disegno delle alberature a comporre molteplici prospettive e percorsi di accesso. Questo il carattere storico e artistico del complesso che sicuramente il formale provvedimento di verifica (ancora in corso il relativo procedimento) intende riconoscere, ponendo le condizioni di compatibilità degli usi oggi proponibili. Singolare sfasamento dei tempi, se progetto e sua approvazione hanno preceduto la conclusione della verifica alla quale si sarebbero dovuti ispirare. Certo è che la villa non è un generico contenitore di moderne funzioni che ben potrebbero essere ospitate in qualunque altro edificio con la medesima disponibilità di spazi e pure, e meglio, se progettato e costruito oggi appositamente per quelle funzioni. Il progetto per Villa Sorra totalmente prescinde dal carattere storico artistico dell’originale edificio, lo impiega appunto per la disponibilità quantitativa degli spazi che offre e lo carica di molteplici funzioni stranianti, attività di alta formazione, convegnistica, promozione del territorio e suoi prodotti tipici, eventi espositivi, con l’insediamento degli uffici gestionali anche non strettamente attinenti alle nuove funzioni. E’ la sottrazione della villa alla fruizione propria di bene culturale pubblico. Il coacervo di funzioni genera la necessità di introdurre all’interno dell’edificio una molteplicità di impianti e dispositivi di sicurezza misurati sui distinti impieghi, nuove aperture nella distribuzione interna degli spazi, la sostituzione degli infissi e infine un pesantissimo intervento di miglioramento sismico. Non necessario in quella misura se la villa così come è giunta a noi, inalterata nella sostanza, fosse considerata per i valori in sé che ne impongono conservazione e restauro, e con appropriati arredi resa visitabile, pubblico monumento di alto valore storico e artistico aperto alla pubblica conoscenza: la Villa Sorra fatta attraente museo di se stessa. Del tutto indifferente ai valori della architettura, il progetto approvato non contempla la doverosa ricostruzione del torricino, elemento essenziale nell’organismo architettonico per l’effetto barocco di illuminazione dall’alto del salone ovato e neppure accenna alla esigenza di riportare entro le loro cornici di stucco le preziose tempere settecentesche – oggi nei depositi della Soprintendenza a Sassuolo – che mostrano l’assetto di villa e giardino prima dell’intervento ottocentesco.
La proposta di insediare cucine e ristorante al piano terra dell’edificio delle scuderie, ancora perfettamente conservate nell’assetto funzionale originario, comporta, con la parcellizzazione degli spazi, la integrale cancellazione della speciale tipologia storica. E se nel vasto complesso di Villa Sorra non sono disponibili altri spazi per quella innovativa funzione, crediamo che si debba necessariamente prendere atto della insuperabile incompatibilità dell’intero progetto “Sapori e Saperi” con i caratteri del tutelato complesso monumentale di Villa Sorra. Ultima ma non marginale considerazione: il contesto paesaggistico a prato libero che corona la Villa a nord esige di essere rispettato anche in rapporto agli accessi alberati e dunque non tollera la prevista conversione a grande parcheggio strutturato con definiti posti auto e percorsi stradali di servizio.

Modena, 3 ottobre 2022.

Italia Nostra, sezione di Modena.

Una necessaria postilla.

Qui dobbiamo solo discutere del progetto approvato. E siamo giunti alla conclusione che l’idea che lo sostiene è incompatibile con l’esigenza della tutela, perché non pone al centro del suo interesse il bene culturale e la sua pubblica fruizione e snatura il sito fatto strumento di una generica promozione territoriale dell’enogastronomia (sul fallimentare modello del Fico bolognese e con la aggravante di replicarlo in una villa del 700). Una conclusione che, lo capiamo, ci addossa l’onere di proporre alla discussione un modello alternativo. E non possiamo sottrarci. Il modello a cui guardare, con le dovute cautele e i necessari adeguamenti, a noi pare quello adottato e vincente nel Parco della Villa Reale di Monza, dove una società mista Regione Lombardia e Comuni di Milano e Monza gestisce la Villa, come villa storica per visite guidate (e in parte appositamente riarredata con mobili d’epoca), il Parco, come parco storico aperto al pubblico, la tenuta agricola come aree per una coltura sostenibile collegata a parco e villa, mentre le attività di ristorazione sono strettamente funzionali alla fruizione del bene, non costituiscono il centro del progetto. E all’interno del Parco ha sede una straordinaria scuola pubblica di giardinaggio che si occupa anche della manutenzione del verde. Come a Monza anche qui si deve ragionare della tenuta agricola della Villa, quanto meno per la parte che è rimata di appartenenza pubblica, per una gestione a restauro con la reintroduzione delle colture tradizionali e in opportuna collaborazione con l’Istituto Agrario di Castelfranco. L’abbandono del progetto Saperi e Sapori non è vero dunque che non abbia alternative e che condanni lo straordinario complesso della Villa Sorra a un inesorabile destino di abbandono.

Modena, 3 ottobre 2022
Italia Nostra, sezione di Modena.