Oggi la notizia della morte di Monsignor Bruno Foresti

Oggi la notizia della morte di Monsignor Bruno Foresti che fu generoso e amato pastore della comunità ecclesiale modenese. A lui si deve, vogliamo ricordarlo, l’attuale sistemazione dello spazio presbiteriale della Cattedrale, portato dal piano sopraelevato dietro il pontile, giù, nell’ultima campata dell’aula, per adeguamento alla riforma liturgica del Vaticano II che vuole il celebrante orientato verso (e in diretta comunicazione con) l’assemblea. Era stata una sua personale determinazione, sostenute personalmente da lui le spese dell’opera, che non aveva inteso preventivamente presentare alla prevista e doverosa valutazione di compatibilità con l’assetto storico del Tempio. Ma quella moquette scarlatta che copre la pedana di appoggio di altare e tronetto non poteva passare inosservata, più adatta come è alla installazione per tutt’altri ritrovi. Ne fu scandalizzato Cesare Brandi in un articolo di terza del Corriere e il giovane ispettore di Soprintendenza che si era trovato a reggere l’Ufficio in vacanza di titolare dovette notificare al Vescovo Foresti l’ordinanza di rimozione della chiassosa struttura. Fu fermissima la reazione del Vescovo. Venissero i carabinieri a dar esecuzione a quell’ordine, si sarebbe messo davanti al suo altare, avrebbe fatto resistenza, si sarebbe insomma fatto arrestare per testimoniare, disse proprio così, la chiesa del silenzio, come allora si diceva quella repressa e sofferente nei paesi d’oltre cortina. Saggiamente il giovane ispettore (che fu poi, studioso delle scienze del restauro, docente chiamato all’Università di Firenze) non mise in esecuzione la sua ordinanza che è ancora lì pendente, come ancora sta lì l’ingombro scarlatto a intralciare l’accesso alla cripta, una troppo lunga attesa della sistemazione che armonizzi le esigenze del culto con il rispetto dovuto ai caratteri del massimo monumento del romanico emiliano lombardo.

Modena, 27 luglio 2022.
Italia Nostra sezione di Modena.

foto: web