Anche la Biblioteca Estense di Modena è stata fatta oggetto della riforma voluta nel 2014 nella organizzazione del ministero che, come è noto, ha accorpato le biblioteche statali ai musei localmente prossimi (eretti in autonomi istituti), privandole di fatto di autonomia scientifica e gestionale, fino a snaturarne la fisionomia consolidata nei secoli e così sminuirne gravemente l’importanza .
Con questa sorta di assorbimento all’interno delle Gallerie Estensi, la Biblioteca è stata in sostanza considerata un museo dipendente, non un autonomo istituto bibliotecario, quale appunto è. La Biblioteca Estese non è una raccolta di oggetti più o meno rari e preziosi, è un organismo vivente invece, in cui trovano spazio e senso tutti i singoli elementi che lo compongono. Nasce da un nucleo principesco, ben noto: la libreria della Famiglia degli Este, già allora insieme collezione di prestigio e biblioteca per la lettura e lo studio, aperta non solo alla Famiglia ma alla Corte e agli uomini di cultura che lì prestano la propria opera. Già nel Cinquecento sono documentati prestiti di libri a personaggi eminenti, anche di passaggio. A quel nucleo originario sono via via susseguite nel tempo acquisizioni, donazioni, confische che testimoniano lo sviluppo del pensiero e delle conoscenze attraverso i secoli con un significato che è insieme locale, nazionale e internazionale. Bacchini e Muratori gli illustri direttori.
Se si vuol far vivere una biblioteca e i testi che raccoglie, è considerazione perfino ovvia, occorre vedere il libro come un oggetto attivo, da sfogliare, da leggere, da studiare, non come arredo di prestigio o opera da museo. La biblioteca deve lavorare in modo continuo per accrescere il proprio patrimonio, rendendolo disponibile ad ogni esigenza di informazione e studio.
In questo quadro, promuovere mostre e digitalizzare i fondi sono sicuramente operazioni positive, che però non possono essere realizzate attraverso il conferimento all’esterno (se non può dirsi appalto) del settore ricerca e sviluppo dell’istituto.
Manca oggi all’Estense la presenza adeguata di esperti bibliotecari con una autonoma direzione professionale, pienamente consapevole dello speciale irrinunciabile ruolo della biblioteca. E’ quanto chiede il Codice dei beni culturali – integrato nel 2014 dalla legge 110 -, prescrivendo che si occupino degli istituti culturali qualificati professionisti, con adeguati requisiti, iscritti in appositi elenchi.
Per queste ragioni Italia Nostra si sente impegnata a segnalare alla responsabilità del Ministro lo stato di menomata autonomia e di improduttività in cui versa oggi la Biblioteca Estense e a porre l’esigenza del ripristino di una direzione propria dell’Istituto (attualmente la dirigenza bibliotecaria è insensatamente soppressa) e dell’acquisizione di adeguato personale scientifico, come peraltro lo stesso Ministro aveva a suo tempo promesso.
Italia Nostra è certa di rappresentare l’aspettativa della comunità nazionale e internazionale degli studiosi e di interpretare la sensibilità dei cittadini modenesi che vedono nella Biblioteca Estense, parte integrante della città, un punto di riferimento imprescindibile come essenziale sede e fonte di ricerca e studio, una risorsa per tutti. Alla Biblioteca Estense deve essere garantito di vivere non solo per la conservazione del passato, ma innanzitutto per continuare a documentare la vita intellettuale ben oltre il confine della città e a contribuire, con nuove originali ricerche, alla crescita del sapere.
Modena, 30 settembre 2019.
Italia Nostra, sezione di Modena.