L’amico Stefano Luppi chiede a Italia Nostra cosa ne pensi delle novità sul fronte della tutela che ieri e ancor oggi ha segnalato sul Carlino. Abbiamo maturate convinzioni al riguardo e se può interessare le diciamo qui in sintesi.

La questione di una vistosa lapide da incorporare nella facciata su Piazza Roma del Palazzo Ducale (noto il motivato parere contrario di Italia Nostra), ritornata in questi giorni in discussione, è definitivamente chiusa con le convergenti determinazioni dei due uffici, dello Stato e del Comune di Modena, cui spetta istituzionalmente in via esclusiva la competenza al riguardo. Quella della Amministrazione comunale sul fondamento della vincolante disciplina edilizia che esclude ogni innovazione se non in funzione di restauro nei prospetti degli edifici tutelati e come tali registrati anche nelle tavole di piano regolatore. Quella del Soprintendente incardinata in una disposizione di legge (norma primaria, l’art.21 del codice beni culturali) che configura nell’ordine delle attribuzioni statali di tutela come sua propria ed esclusiva, sottratta ad ogni controllo gerarchico e men che mai successivo, la valutazione di compatibilità di ogni intervento che ricada su beni culturali riconosciuti. Dunque, motivatamente negato quell’inserto di iscrizione lapidea nel principale prospetto dell’insigne monumento, la questione di una eventuale segnalazione turistica in forma discreta e appropriata sul suolo pubblico e in stretta prossimità del monumento è rimessa alla discrezione della Amministrazione comunale, come per altro è suggerito dalla stessa Soprintendente, nei modi consueti di una essenziale informazione negli itinerari di interesse culturale.
Quanto poi alla discussa annessione alla Galleria Estense, costituita in museo a gestione e direzione autonoma, della Pinacoteca nazionale di Ferrara (declinato quell’eterogeneo insieme al plurale, come Gallerie Estensi), è ben nota la opinione allora espressa da Italia Nostra: un falso storico, così disse l’associazione, perché la Pinacoteca ferrarese ha tutt’altre origini, ad essa non si addice la qualificazione che la connetta alla dinastia estense, si tratta della raccolta già civica originariamente costituita dalle opere d’arte ricevute con le soppressioni napoleoniche e postunitarie degli enti religiosi e di pietà, raccolta ceduta dal Comune allo Stato negli anni 50 del Novecento e ricevuta dall’allora Soprintendente e insigne studioso Cesare Gnudi. Ma la questione del doveroso, anche a parere di Italia Nostra, distacco non è certo di immediata attuazione, poiché richiede la modifica del regolamento di organizzazione del ministero che vuole il decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm).

Modena, 9 novembre
Italia Nostra, sezione di Modena