Lo smembramento della Biblioteca Estense. Un obbrobrio culturale che la città non può subire.

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Le sorprendenti dichiarazioni della direttrice della galleria estense, chiamata a riferire alla commissione del consiglio comunale, confermano l’attitudine dilettantesca del più recente provvedimento ministeriale che ha annesso (anche) la biblioteca estense (unitamente alla pinacoteca statale di Ferrara e alla residenza ducale di Sassuolo) alla galleria estense promossa a supermuseo, ora declinata al plurale e così divenuta Gallerie Estensi (un falso storico noi dicemmo).

Oggi apprendiamo dunque del proposito di smembrare le collezioni della biblioteca estense, trattenute nel palazzo dei musei e inserite nel percorso espositivo della galleria estense quanto alla raccolta dei codici miniati e ai fondi più antichi, ma lasciate trasferire nel c.d. polo librario del Sant’Agostino quanto alle serie “moderne” (ma quando inizia l’evo moderno?).

E’ la condanna a morte della storica biblioteca, che è storica unitariamente anche con le più recenti acquisizioni, essenzialmente funzionali agli aggiornamenti di studio   sulle raccolte più antiche. Uno smembramento tanto assurdo che il regolamento delle biblioteche statali del 1995 non ha nemmeno considerato per farne oggetto di un assoluto esplicito divieto, perché desunto, per implicita contraddizione di principio, dalla indicazione dei compiti delle biblioteche data nell’articolo 2 dello stesso regolamento. Insomma quel che resterebbe nel palazzo dei musei, con le librerie del Termanini, cesserebbe di essere biblioteca per essere convertito ad altra diversa funzione, a una sezione museale inserita negli estemporanei progetti espositivi della galleria. Ben altra cosa il rapporto solidale tra galleria e biblioteca, entrambe palatine, che la comunità modenese volle insediare insieme nel palazzo appositamente acquistato e nelle rispettive distinte funzioni. Un rapporto che noi dicemmo inscindibile e che si oppone al trasferimento della pubblica biblioteca storica nella sede della privata fondazione, così come alla sua dissoluzione in una sezione  museale, con conferimento in parte (quella “moderna”) nella biblioteca di nuova costituzione.

Italia Nostra denuncia alla più avvertita opinione pubblica del paese, non solo alla comunità scientifica, un simile obbrobrio culturale e fa affidamento sulla matura consapevolezza della città, non disposta a subirlo.

 

Modena, 20 luglio 2016.

Italia Nostra, sezione di Modena.