XX Settembre, la piazza sia tutelata – L’intervento deve rispettare caratteri di semplicità e sobrietà.

Riqualificare Piazza XX Settembre?

Benissimo, se per “riqualificazione” si intende manutenzione e restauro, l’unico intervento ammissibile per una piazza che è riconosciuto bene culturale, come il luogo urbano intenzionalmente concepito all’inizio del Novecento là dove era stato atterrato un isolato degradato.

Proprio e solo perché si tratta di bene culturale e di restauro, la soprintendenza è chiamata a verificare la correttezza del nuovo progetto e ad autorizzare l’intervento.

E se il restauro è diretto a preservare e recuperare (se di recente alterata) l’identità del bene culturale, l’intervento oggi voluto dall’Amministrazione comunale non può che fondarsi sull’accurato disegno originario della piazza secondo un modello di decoro urbano che rifiuta soluzioni monumentali per il nuovo insediamento del mercato, allontanato dalla contigua Piazza Grande.

Proprio in ragione di questa contiguità, per la piazza destinata al mercato si propose allora una soluzione dimessa, lontana da ogni possibile competizione, perché non è “il caso di progettare cose grandiose e monumentali, ma soltanto provvedere per un comodo e decente servizio cittadino”, come si esprimeva l’ufficio tecnico comunale presentando al sindaco il progetto di sistemazione della piazza.

L’intervento di oggi, fuori da ogni proposito di abbellimento (e abbandonato l’artificio didascalico di evocare con segni comunque disturbanti l’impianto dei fabbricati preesistenti, definitivamente cancellati dalla piazza), deve rispettare, crediamo, questi caratteri di semplicità e sobrietà voluti per l’avvertita ragione di rispetto e subordinazione nel rapporto con la comunicante piazza della Cattedrale e della Municipalità. E gli elementi fondamentali del progetto originario, come dimensioni e livelli della piattaforma centrale e delle “due strade longitudinali”, come modi della relativa pavimentazione per disegno e materiali, come arredi funzionali, sono riferimenti a nostro giudizio imprescindibili per la ideazione di un corretto intervento restaurativo. Unico intervento ammissibile, è superfluo ripetere, per un bene culturale, che non si oppone certo ai necessari e misurati adeguamenti funzionali ai compatibili, pur se diversi, impieghi di oggi.

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Modena, 7 settembre 2011.

Il direttivo della sezione modenese di Italia Nostra.