Tanti i tesori nelle nostre chiese: serve subito un piano di difesa

Losavio (Italia Nostra): “A rischio Sant’Agostino e San Biagio”

dal Il Resto del Carlinresto del carlino modena 15 ago 14o del 15 agosto 2014 – di Vincenzo Malara

“È sconcertante che l’impianto d’allarme fosse spento. I sistemi di controllo sono installati perchè funzionino e non per rimanere disattvi, sopratutto se ci sono opere di questo valore. Poche risorse? Per altri interventi i soldi si trovano”. Non fa sconti Italia Nostra dopo il clamoroso furto della tela del Guercino ‘Madonna con i Santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo’ datata 1639, dalla chiesa di San Vincenzo. “Le indagini faranno luce sui fatti e su chi ha sbagliato – sottolinea il presidente di Italia Nostra, Giovanni Losavio – ma sicuramente nessuno è esente dalle responsabilità: Comune, Curia e Soprintendenza, avevano il dovere di vigilare sulla conservazione del Guercino”

E lo stesso Losavio ricorda come tutte le chiese del centro storico custodiscano tesori preziosi. Tesori che davanti a questo monitoraggio a singhiozzo rischiano di diventare preda di altri furti: “Penso alla chiesa di San Vincenzo dove, oltre al Guercino, sono conservati molti oggetti di valore, oppure a San Biagio con la tela del Cignaroli che ritrae S.Teresa, San Barbaba e la chiesa del Voto con la ‘Pala della Peste’ di Lodovico Lana. Modena vanta un patrimonio enorme e quello che è successo dimostra quanta approssimazione regni a tutti i livelli, per non parlare dell’incapacità di valorizzare queste opere in un contesto turistico”. Soffermandosi, poi, sull’allarme inattivo (il sistema era stato allestito su finanziamento della Fondazione CariMo, ma visto gli alti costi di gestione era stato spento) il presidente di Italia Nostra non vuole sentir parlare di mancanza di risorse: “È una giustificazione inaccettabile. Come mai i soldi vengono trovati per l’evento culturale a spot o per la grande opera com il Polo Sant’Agostino, ma non si pensa prima di tutto a tutelare l’esistente? A Modena c’è tutta una serie di tesori che i modenesi conoscono poco e bisognerebbe partire dal valorizzare ciò che abbiamo in casa. Personalmente – prosegue Losavio – non condivido nemmeno la frequenza con cui si prestano le nostre tele agli altri musei (il dipinto trafugato è stato esposto fino a pochi giorni fa a Venaria Reale a Torino, ndr): certi quadri vanno concessi solo davanti a iniziative culturali e scentifiche davvero nuove e innovative”. Che fare ora? A detta di Losavio non c’è tempo da perdere: “Comune, Curia e Soprintendenza devono al più presto preparare un progetto generale di messa in sicurezza chiesa per chiesa, verificando il funzionamento degli allarmi e garantendo che non capiti più un episodio di tale gravità”.